Serapide cuoriforme
L'habitat della Serapide cuoriforme (Serapias cordigera) è costituito da prati aridi o moderatamente umidi, cespuglieti, garighe. Fiorisce da marzo a maggio. Si tratta di una pianta dall'altezza compresa tra i 15 e i 40 cm, con foglie macchiettate di rosso alla base del fusto. La spiga di fiori è compatta e corta con brattee che rivestono il fiore di colore grigio, in netto contrasto con i petali color porpora scuro. Il labello allungato, sporgente e leggermente piegato all'indietro è munito , al centro e alla base, di una vistosa peluria. Il termine cordigera sembra derivare dalla forma del labello che appare come il muscolo cardiaco. E' ampiamente diffusa sul territorio elbano e presente anche a Capraia e Giglio.
Fior di ragno scuro
L'habitat del Fior di ragno scuro (Ophrys incubacea subsp. Ophrys incubacea) è costituito da garighe, terreni asciutti e sassosi. Fiorisce nel mese di marzo. Facilmente confondibile con Ophrys sphegodes , si differenzia da questa per una colorazione leggermente più vivace del labello e per una sottile peluria che lo rende vellutato. Anche il disegno centrale del labello appare più brillante e con riflessi bluastri molto accentuati. Può capitare di osservare esemplari che hanno fuse insieme le caratteristiche di queste due specie così simili tra loro. E' diffusa e relativamente frequente all'Isola d'Elba. E' presente anche all'Isola di Pianosa.
Lentisco
Il Lentisco (Pistacia lentiscus) è una pianta dal portamento cespuglioso raggiunge i 4-5 m di altezza. La chioma, generalmente densa per la fitta ramificazione, ha forma globosa. L'intera pianta emana un forte odore resinoso. La corteccia è grigio cinerina, il legno di color roseo. Si tratta di una specie dioica, pertanto i fiori maschili e quelli femminili, piccoli e rossastri sono portati su due piante differenti. Le foglie pur essendo una pianta sempreverde, in autunno tendono al porpureo. Il frutto è una piccola drupa rotonda di colore rosso vinoso a maturità e ricca di olio. Dai frutti, un tempo gli elbani ricavavano olio per alimentare i lumi. Si tratta di una specie tipicamente mediterranea, all'Elba è uno degli arbusti più frequenti della Macchia mediterranea. Caratterizza con mirto e arisaro una delle tre tipologie di leccete presenti sull'isola: il bosco termofilo di leccio che occupa vaste aree della parte centrale e orientale dell'isola, mentre in quella occidentale è relegato sui versanti meridionali a quote inferiori a 400 m. Si riviene facilmente anche sulle scogliere esposte ai marosi, poichè sopporta bene la salsedine.
Cisto femmina
Il Cisto femmina (Cistus salviifolius) è una pianta dal portamento cespuglioso, poco sviluppata in altezza, fino a 50-60 cm. Il nome deriva dalla somiglianza delle foglie con quelle della Salvia. Al contrario del Cisto marino le foglie non sono ricche di olii essenziali. I fiori più grandi e radi rispetto al Cisto marino sono del medesimo colore bianco. Fiorisce da aprile a maggio. Come gli altri cisti è una pianta rustica, resistente a prolungate condizioni di siccità. Si tratta di una specie eliofila, che predilige cioè l'esposizione ai raggi solari, ma si adatta anche a condizioni di parziale ombreggiamento. All'Elba è frequente ai margini della Macchia mediterranea o nelle radure. Non costituisce, come nel caso delle garighe a dominanza di Cisto marino, associazioni vegetali in cui è prevalente rispetto alle altre specie.
Cisto marino
Il Cisto marino (Cistus monspeliensis) è un arbusto molto profumato, foglie lanceolate (a forma di lancia, strettamente ellittiche ma con estremi appuntiti), strette, di colore verde intenso, generalmente arrotolate, ricche di oli essenziali, resinose, se stropicciate con le mani hanno consistenza vischiosa. Fiori piccoli, bianchi, effimeri, non resistono che qualche ora, mai più di una giornata. Fiorisce ripetutamente in aprile e maggio. Si disseca in piena estate, alle prime pioggie riacquista la vita che sembrava persa. Offre spesso rifugio ad un insetto, Philaneus spumarius, volgarmente detto sputacchino, deve il nome per la schiuma che depositata sulle foglie protegge i giovani individui. Si tratta di una delle specie più diffuse all'Isola d'Elba, anche per la capacità di adattamento al passaggio del fuoco. Frequente nelle pendici più brulle o assolate, dà luogo a estese macchie basse e garighe, presenti nel versante orientale, sulla dorsale Monte Castello- Monte Strega e sul Monte Calamita e su quella sud occidentale.
Cisto villoso
Il Cisto villoso o Cisto rosso (Cistus incanus o cistus creticus subsp. eriocephalus) è una pianta a portamento cespuglioso di modesto sviluppo, inferiore ad un metro di altezza, fittamente ramificata. Le foglie, che assomigliano vagamente a quelle della salvia per la superficie rugosa, con lamina lunga dai 2 ai 4 cm, sono ovali e ricoperte di peluria bianca molto evidente da cui deriva il nome; possono generare qualche difficoltà di distinzione ad un osservatore inesperto con il Cistus salvifolius. I fiori, assai belli, tra i più appariscenti della Macchia mediterranea, sono abbastanza grandi e vistosi, di 4-6 cm di diametro con petali rosei o rosso purpurei caratteristicamente spiegazzati. Il frutto è una capsula. Come gli altri cisti è una pianta rustica, resistente a prolungate condizioni di siccità. Si tratta di una specie eliofila, che predilige cioè l'esposizione ai raggi solari, ma si adatta anche a condizioni di parziale ombreggiamento. All'Elba è frequente ai margini della Macchia mediterranea o nelle radure. Non costituisce, come nel caso delle garighe a dominanza di Cisto marino, associazioni vegetali in cui è prevalente rispetto alle altre specie. Un tempo veniva raccolto ed impiegato dalle donne per pulire stoviglie, forse sfruttando la fitta peluria che caratterizza non solo le foglie ma anche i giovani rami di questo cespuglio.
Corbezzolo
Il Corbezzolo (Arbutus Unedo) è un alberello alto 5-6 m dalla chioma sempreverde, corteccia del tronco color bruno assai rugosa e divisa in grandi placche che si separano facilmente. Le foglie sono coriacee, forma ovale lanceolata, margine dentellato, verdi scuro sopra, più chiare nella pagina inferiore. La sua bellezza si manifesta tutta nell'autunno quando le foglie dal verde lucente sono arricchite dai bei frutti rossi e gialli, le corbezzole chiamate localmente bacole, accompagnati da grappoli di fiori bianchi. Per la presenza contemporanea di verde, bianco e rosso a partire dal Risorgimento è considerato il simbolo dell'Unità d'Italia. Si tratta di un arbusto molto diffuso, preferisce esposizioni umide e fresche, ma sopporta molto bene anche la estiva su pendici aride e rocciose, purchè ben illuminate. E' tra i primi a ributtare dopo un incendio, ha infatti radici che rimangono vitali anche dopo il passaggio del fuoco. Forma macchie alte a dominanza di erica e corbezzolo, il tipo di vegetazione che occupa la maggiore superficie dell'isola. Queste associazioni, definite erico-arbuteti, rappresentano il tipo di vegetazione più evoluto. Le stazioni dove sono localizzate presentano una buona potenzialità per un'evoluzione verso le formazioni forestali, soprattutto nella parte centrale dell'isola, fra Procchio, Marina di Campo e Lacona e i versanti settentrionali e occidentali del Monte Capanne.
Ginestra desoleana
La Ginestra desoleana (Genista desoleana) è un arbusto eretto, alto 30-60 cm, con rami debolmente striati, poco rigidi e pelosi da giovani. Il portamento è estremamente variabile, legato alle condizioni ambientali. All'Elba si trova con una particolare forma a cuscino emisferico (pulvino) con i rami esterni trasformati in spine: questa forma consente alla pianta di creare un microhabitat interno che la protegge dalla siccità estiva e dal freddo invernale. Nei cuscini spinosi trovano protezione dal brucamento degli animali, in particolar modo dei mufloni, piante di interesse naturalistico come l'endemismo Viola corsica ilvensis oltre ad orchidee, narcisi ed altri fiori. Da maggio a giugno la fioritura gialla della prunella si tinge anche dei fiori delle piante che protegge in una bellissima esplosione di colori. I pulvini danno riparo anche ad insetti tra cui le coccinelle oltre a opporre minor resistenza possibile all'azione del vento. Si tratta della specie prevalente di habitat definiti dai botanici garighe oro-mediterranee endemiche con ginestre spinose, dal greco oros, montagna. Si tratta di associazioni vegetali che all'Elba sono particolarmente interessanti dal punto di vista naturalistico per la notevole presenza di endemismi locali. La specie predilige posizione assolate (eliofila) e vive preferibilmente su pianori rocciosi e ventosi. Si trova nelcomprensorio del Monte Capanne dai 600 m di altitudine fino alla cima, alcuni esemplari sono presenti anche nella zona centrale sul Monte Capannello e sul Volterraio.
Ginestra odorosa
La Ginestra odorosa (Spartium junceum) è un arbusto alto 1-5 m provvisto di ramificazioni cilindriche giunchiformi, flessibili, utilizzati in passato per legare viti e pomodori ai tutori. I fiori sono gialli, profumati, visibili soprattutto nel periodo maggio-luglio. E' una specie miglioratrice per la presenza dei batteri azotofissatori nei tubercoli radicali, può considerarsi un'utile specie consolidatrice di pendici franose. Pianta esigente in fatto di umidità e nutrienti del terreno, è abbondante nelle macchie alte a dominanza di alaterno e ginestra odorosa, associazione diffusa in varie parti dell'isola, nelle aree abbandonate dall'agricoltura, in particolare in coincidenza di terrazzamenti dove può penetrare nelle aree più calde. Si trova in genere fino ai 300 m di altitudine, si può spingere poco più in alto lungo gli impluvi nelle aree ex-coltivo.
Mirto
Il Mirto (Myrtus communis) è un arbusto a foglie persistenti, dal fusto irregolare e dalle foglie ovali ed emananti se strofinate uno dei più gradevoli profumi della Macchia mediterranea. I fiori sono bianchi, odorosi e solitari; il frutto è costituito da una bacca grande quanto un pisello, nerastra a maturità, contenente alcuni semi reniformi, ricca di olii essenziali assai profumati. Si spiega così l'uso di queste bacche per aromatizzare il vino o la carne in cottura, soprattutto la selvaggina. Ben noto è il liquore di mirto, di chiaro influsso sardo, preparato mettendo a macerare i frutti in alcool etilico. La sua fioritura si ha all'inizio dell'estate. I rami flessibili e resistenti erano usati come materiale da intreccio nella produzione di cesti e simili, nonché per realizzare la veste dei fiaschi e delle damigiane. Specie tipicamente mediterranea, spiccatamente termofila, predilige cioè le alte temperature, resistente alla salsedine e molto frugale. Caratterizza con lentisco e arisaro una delle tre tipologie di leccete presenti sull'isola: il bosco termofilo di leccio che occupa vaste aree della parte centrale e orientale dell'isola, mentre in quella occidentale è relegato sui versanti meridionali a quote inferiori a 400 m.