Il sentiero n. 100 è l'unico tracciato della rete sentieristica elbana classificato EEA (escursionisti esperti attrezzati). Per accedervi è necessario essere dotati di attrezzatura idonea.
Il percorso presenta alcuni tratti particolarmente esposti sui quali è stata posizionata una via ferrata. Il piano di calpestio è reso sovente scivoloso dall'umidità dell'aria. Sono presenti alcuni passaggi stretti tra pinnacoli di roccia, versanti strapiombanti e salite verticali sui quali è necessario prestare la massima attenzione.
Si tratta di un crinale che funge da spartiacque tra le valli settentrionali del marcianese e quelle meridionali di Pomonte e di Vallebuia. Gli escursionisti esperti che, con le dovute cautele, decideranno di percorrerlo godranno di un panorama mozzafiato.
La vegetazione è quella tipica delle rupi, adattata a condizioni ambientali difficili.
Nelle spaccature delle rocce si possono osservare specie di interesse naturalistico come i fiorellini della viola del Capanne (Viola corsica ilvensis) e del Fiordaliso del Capanne (Centaurea dissecta ilvensis) oltre agli alberelli di Tasso (Taxus baccata).
Si possono ammirare inoltre suggestive forme erosive del granito, come le spettacolari distese di lastre, visibili sui costoni settentionali.
Il sentiero n. 100 incrocia la GTE alle due estremità e presso Le Filicaie, a poche decine di metri dalla biforcazione della Grande Traversata Elbana.
Per imboccare il sentiero n. 100 si può raggiungere l'area attrezzata del Monte Perone mediante la strada provinciale n. 37. Da qui, percorrendo la GTE per circa 1.5 km, superato Monte Maolo a quota 749 m, si giunge al bivio con il sentiero n. 100.
Dopo circa 30 minuti di salita il sentiero n. 100 conduce alla prima spettacolare altura de Le Calanche (897 m).
Il toponimo deriva probabilmente dai vertiginosi canaloni che dividono le cime presenti in zona. Il luogo è interessante dal punto di vista archeologico, infatti sono state scoperte tracce di antiche mura.
“Muraglioni in pietra a secco che delimitano una piazzaforte con stretto passaggio lastricato, riferibili alle ultime fasi dell'Età del Bronzo, si trovano pochi metri più in basso del vertice delle Calanche, sul versante meridionale; appaiono come cupe strutture difensive, nidi d'aquile, roccia fatta memoria” (Ferruzzi Silvestre, Synoptika, 2012).
E' possibile ammirare i reperti trovati nel comprensorio del Monte Capanne al museo civico archelogico di Marciana.
A Le Calanche si trova il bivio con il sentiero n. 123, percorso di 700 m che collega il sentiero n. 100 con il sentiero n. 107 imboccando il quale, se si svolta verso nord, si ritorna nei pressi di Monte Maolo disegnando, in circa 1 ora di cammino, un itinerario ad anello. Nel caso in cui ci si diriga verso sud, si può raggiungere San Piero in circa 3 ore.
Proseguendo sul sentiero n. 100 si rimane in quota fino a Le Filicaie (894 m), "...toponimo che deriva dal latino filicaria, plurale di filicarium, ossia luogo ricco di felci, piante assai diffuse nelle pietraie della vetta con la specie pteridium aquilinum..."(Ferruzzi Silvestre, Synoptika, 2012) per poi scendere lievemente alla panoramica sella della Foce delle Filicaie, chiamata anche Malpasso.
Superato l'incrocio con la GTE il tracciato si inerpica successivamente fino alla vetta del Monte Capanne, raggiunta anche da una cabinovia che parte da Marciana, e prosegue sulle due ultime alture che prendono il nome dalla forma della roccia: La Galera (967 metri), con due costoni di granito che visti dal basso ricordano la prua di un'imbarcazione, fors'anche appunto una galera e subito dopo La Tavola (935 metri), ove il crinale si fa più largo.
Qui, nei pressi della fine del tracciato, sono presenti i resti di un caprile.