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Sentiero Giglio n. 303

  • Partenza:

    Giglio Castello

  • Arrivo: Punta del Capel Rosso
  • Tempo medio: 2 ore e 30 min.
  • Lunghezza: 6,3 km
  • Difficoltà sentiero: E
  • Dislivello in salita: 86 m
  • Ubicazione: Giglio
  • Panoramico: ●●●●●
  • Pianeggiante: ●●●○○
  • Ombreggiato: ●●○○○
  • Punti di interesse:

    terrazzamenti | Punta del Capel Rosso


Il sentiero n. 303 è il più lungo tra i tracciati gestiti dal Parco Nazionale all'Isola del Giglio. Questa via attraversa il cuore dell'area protetta, la zona più selvaggia dell'isola, priva di insediamenti abitativi. Tuttavia anticamente la zona era frequentata dall'Uomo, come testimonia la presenza di reperti litologici riferibili all'era preistorica. Si parte da Piazza Gloriosa a Giglio Castello dirigendoci verso sud. Dopo circa 100 mt, il sentiero sale sulla sinistra abbandonando la strada carrabile che corre ad ovest, a quota più bassa, parallela al nostro sentiero. Il percorso si inoltra inizialmente in una pineta di pino domestico, risultato di un rimboschimento, attraversando alcuni tratti panoramici sulla valle del Molino, dove è presente una lecceta secolare. Prima che l'uomo operasse sistematici tagli boschivi tutta l'isola era ammantata da una vegetazione simile, un bosco di lecci ad alto fusto. Nella valle scorre anche un ruscello che forma alcune pozze, dove si sviluppano i girini del Discoglosso sardo, un anfibio che vive nel ristretto areale delle isole meridionali del Tirreno. Arrivati in Località Le Porte, dopo aver oltrepassato il collegamento con la strada carrabile che si dirige verso l'estremità meridionale dell'isola, il tracciato passa ad est del Poggio della Pagana che, con i suoi 496 m rappresenta la quota massima isolana. Da qui fino alla Punta del Capel Rosso si staccano dalla via principale 2 sentieri secondari verso est : il n. 306 per la Cala delle Cannelle e il n. 308 per il Poggio del Sasso Ritto e 2 verso ovest: n. 307 e n. 304 per la scogliera sud occidentale. La vegetazione dapprima rigogliosa si fa, procedendo verso sud, più rada, si vedono i massi granitici affioranti. Ovunque si possono osservare i muretti a secco utilizzati per rendere coltivabili i pendii. La maggior parte dei vigneti sono da tempo abbandonati, quelli visibili prima di scendere sul mare verso l'estremità sud, vengono ancora coltivati e producono il tipico "ansonaco". Il sentiero termina su un piccolo promontorio, stretto tra le falesie di granito ed i flutti marini delle belle Cala Saracinesca e Cala dello Schizzatoio.

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