Il sentiero n. 104 percorre la destra orografica della valle di Pomonte, collegando il paese al sentiero n. 103.
Nella valle la Macchia Mediterranea sta riconquistando un territorio coltivato per secoli, si possono ammirare muretti a secco che sostengono i terrazzamenti, indispensabili per l'impianto dei vigneti sui pendii.
Immaginate come si presentava la valle solamente fino ad alcuni decenni fa: interamente tappezzata di vitigni.
La zona è stata spesso colpita da incendi. Nella parte alta del sentiero si nota infatti la presenza abbondante di una specie che colonizza le aree attraversate dal fuoco: il cisto marino (Cistus monspeliensis).
Si tratta delle cosiddette garighe a dominanza di cisto in cui è rilevante la presenza della lavanda (Lavandula stoechas). Sono formazioni basse, abbastanza dense, in cui la scarsa copertura offerta dalla chioma del cisto permette l'insediamento di piccole specie erbacee che determinano l'elevata ricchezza floristica di questo tipo di vegetazione.
Appena imboccato il sentiero si nota il piano di calpestio lastricato, testimonianza di un passato in cui questa via era il principale e più sicuro collegamento con Marciana.
Il sentiero n. 104 termina nei pressi del crinale che divide le valli di Chiessi e Pomonte dove si collega con il sentiero n. 103: svoltando a destra si prosegue fino a Marciana, svoltando a sinistra si scende a Chiessi da dove, tramite il sentiero n. 126, si può rientrare a Pomonte disegnando un bel percorso ad anello.
Sul crinale, a breve distanza dal bivio, utilizzando il sentiero n. 103 A, percorribile in circa 10 minuti, è possibile osservare i ruderi della chiesa di San Bartolomeo, posta sotto l'omonino colle.
La tradizione popolare tramanda curiose leggende su questo luogo di culto, da cui si gode un panorama mozzafiato, rendendo questo sito ancora più affascinante.