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Chiesa di Santa Maria delle Piane al Canale

Le rovine della chiesa di Santa Maria delle Piane al Canale, edificata nel XI-XII secolo, sono ubicate all’Isola d’Elba nel comprensorio del Monte Capanne e possono essere osservate percorrendo il sentiero n. 107.
Il luogo di culto faceva parte di un gruppo di piccoli edifici sacri (San Frediano e San Bartolomeo a Chiessi, San Biagio a Pomonte), realizzati durante la dominazione pisana sulle impervie montagne dell’Elba occidentale, che facevano da corona alle grandi pievi rurali di San Giovanni Battista a Campo, San Lorenzo a Poggio e Santa Maria del Monte a Marciana.
Perfettamente orientata lungo il canonico asse che da est (altare rivolto verso Gerusalemme e il sole nascente) si sviluppa verso ovest, la chiesa di Santa Maria è posta a quota 532 m sul vasto pianoro delle Piane del Canale, anticamente coltivato a grano "marzolino" (ossia frumento seminato in primavera per evitare i geli invernali), presso un probabile insediamento oggi chiamato La Galera o Le Prigioni.
La struttura, che presenta notevoli affinità con la chiesa di San Quirico a Bisinchi nella Corsica settentrionale, è costituita da una piccola aula rettangolare absidata, mentre le murature sono realizzate con il consueto impasto cementizio rivestito da filari di bozze granitiche sommariamente lavorate, secondo il metodo della muratura "a sacco", già usato in età romana; resta buona parte del perimetro murario per un'altezza media di circa 1,50 m.
Sono scomparsi i quattro settori angolari dell'aula e l'intera parete anteriore, mentre si notano interventi di completamento murario realizzati nel tempo dai pastori per adattare la struttura a recinto per capre (caprile); ad essi sono riconducibili altre modifiche, come la chiusura dell'abside mediante una muratura a calce e la realizzazione di un piccolo vano "a secco" (ossia senza calce) dalla pianta quadrata, addossato al fianco meridionale dell'edificio.
Nello spessore interno dell'aula sono visibili 6 nicchie portalampade, 3 per entrambi i lati, secondo un frequente uso riscontrato in diverse chiese romaniche elbane (san Bartolomeo e San Lorenzo) e in Corsica.
All'interno della struttura si osservano numerosi frammenti di embrici e tegole in argilla rossastra; rimosso dall'originaria collocazione è visibile uno dei due monolitici stipiti che costituivano la porta d'ingresso.
Lo sviluppo longitudinale esterno è di 11,30 m, mentre la larghezza esterna è di 5,80 m; lo spessore murario è di circa 60 cm.
Nel maggio 2003 la chiesa di Santa Maria fu oggetto d'una campagna di scavo da parte del Forum UNESCO.

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