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Montecristo e le berte minori

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Anche quest’anno a Montecristo  centinaia di giovani berte hanno lasciato l’Isola, confermando la tendenza della passata stagione. Il successo riproduttivo è al momento stabile, intorno a 0,9 giovani per coppia, ed è molto elevato per la specie; la berta infatti depone un unico uovo e si prende cura di  un solo pulcino,  quindi significa che il 90 % delle coppie porta a termine la propria covata. L’eliminazione del ratto nero effettuata nel 2012  ha avuto un riscontro molto positivo, che speriamo possa in futuro condurre ad un incremento sostanziale delle popolazione di questo uccello marino.  Gli indizi sono molteplici:  cavità prima  vuote adesso occupate dagli individui in cova, la presenza di “prospectors”, soggetti in esplorazione, in molte zone dell’Isola.

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Inaugurato il campo boe a Pianosa

 

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E' stato inaugurato il  campo boe di Pianosa con i diving le autorità e le forze dell’ordine. Dopo un lungo e complicato iter, iniziato diversi anni fa, il Parco aprirà ai diving la fruizione subacquea contingentata per la scoperta dei fondali più belli dell’area protetta dell’isola di Pianosa. Questo risultato è il frutto di una proficua collaborazione tra istituzioni, forze dell'ordine  e operatori del settore.   

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I magnifici fondali  proibiti saranno finalmente visibili a subacquei esperti  e a piccoli gruppi accompagnati da guide ambientali subacquee. Si tratta di una fruizione sperimentale, che è stata preceduta da un monitoraggio scientifico, sono stati definiti i percorsi di immersione e le regole di accesso. Chi vuole  fare le immersioni a Pianosa dovrà contattare un diving autorizzato

Il Falco pescatore e l’Isola di Montecristo

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A Montecristo forse tornerà il Falco pescatore (Pandion haliaetus), maestoso rapace delle falesie mediterranee. E’ ciò che i tecnici del Parco Nazionale Arcipelago Toscano,  del Parco Regionale della Corsica, del Parco Regionale della Maremma e del Corpo Forestale dello Stato, si augurano grazie alla costruzione di quattro nidi artificiali. Da molto tempo la specie non nidifica in Arcipelago Toscano; il declino del rapace in Italia e nel Mediterraneo, si è consumato a inizio del 900’; le ultime coppie scomparvero dalla Sicilia e dalla Sardegna a fine degli anni '60. In Arcipelago e precisamente a Montecristo, le ultime segnalazioni di nidificazione risalgono alla seconda decade del 900'. A  volte però sulle nostre Isole è possibile osservare singoli individui di passo e questo lascia sperare in possibili futuri insediamenti.

Attualmente la popolazione mediterranea è stimata in circa 80-90 coppie riproduttive, localizzate per lo più in Corsica, Isole Baleari, Algeria, Marocco. Proprio in Corsica, nella Riserva Naturale della Scandola, sono state messe a punto azioni per la tutela della specie, con la costruzione di grossi nidi artificiali che facilitano il processo di colonizzazione di nuove aree. Recentissima la reintroduzione della specie nel Parco della Maremma e così, più che mai, l’Arcipelago sembra un luogo ideale per accogliere individui provenienti dalle vicina Corsica o dal litorale toscano.

I nidi, realizzati grazie ad un cofinanziamento della Regione Toscana, hanno un  diametro di oltre un metro; sono stati intrecciati  con rami di erica e posizionati dal personale esperto del Parco Regionale della Corsica in luoghi inaccessibili, falesie di 30-50 metri a strapiombo sul mare. La scelta del luogo è strategica  e legata alle abitudini alimentari della specie che si nutre esclusivamente di pesce. Il rapace si riproduce in primavera, deponendo in media tre uova. I giovani si involano a luglio e  vengono comunque nutriti dai genitori per un certo periodo. Le coppie sono fedeli ai siti riproduttivi e riutilizzano lo stesso nido, che sistemano di anno in anno accumulando vere e proprie cataste di legname.

Adesso anche Montecristo ha i suoi nidi, uno per ogni punto cardinale; non è possibile sapere se queste prime attività saranno risolutive per il ritorno del rapace; certo è che ricomporre delicati equilibri ecologici, comunque alterati da processi legati alla presenza dell’uomo, rappresenta una delle tante sfide a cui gli Enti per la protezione della natura non possono sottrarsi.

Dopo l’eradicazione del ratto a Montecristo 600 giovani berte minori stanno per spiccare il volo

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La berta minore (Puffinus yelkouan) è un raro uccello marino del Mediterraneo e  il ratto nero è uno dei suoi nemici maggiori. La campagna di eradicazione del ratto nero a Montecristo degli scorsi mesi ha dato benefici effetti e le berte hanno ripopolato  i loro nidi. Sono stati contati circa 600  esemplari che stanno per spiccare il volo.

Grazie al progetto coordinato dal Corpo Forestale dello Stato, a cui hanno collaborato il Parco Nazionale Arcipelago Toscano, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e la NEMO S.r.l., l'operazione di eliminazione del ratto nero da Montecristo ha dato i risultati sperati.

Dopo pochi mesi dalla realizzazione dell'intervento, infatti, per la berta minore, è iniziata una nuova vita senza il temuto predatore.  Decine di pulcini hanno abbandonato il nido per affrontare il loro primo volo, contribuendo, per la prima volta dopo centinaia di anni, ad incrementare il nucleo delle 700 coppie nidificanti sull'Isola. I dati hanno accertato un successo riproduttivo pari al 95 %, elevatissimo, per una specie che produce un solo piccolo l’anno. 

L'assenza dei ratti ha favorito un altro evento straordinario: nuovi aspiranti riproduttori, hanno visitato l'Isola in numero molto superiore rispetto a quanto osservato in passato e questo fa ben sperare. Nonostante che la  certezza dell'eliminazione completa del roditore possa essere confermata solo tra diversi mesi, già da adesso l'operazione ha fornito risultati importantissimi, in gran parte previsti dai tecnici al momento della progettazione dell'intervento.

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Il Presidente Sammuri ha incontrato la Comunità del Parco

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Nel suo primo giorno da Presidente Giampiero Sammuri  ha incontrato la Comunità del Parco. Alla riunione erano presenti tutti i Sindaci dell’Elba,  il Sindaco di Capraia e l’Assessore Provinciale di Livorno Catalina Schezzini. Tra gli assenti hanno comunque telefonato al nuovo Presidente  l’Assessore regionale Bramerini, l’Assessore Siveri della Provincia di Grosseto e il Sindaco del Comune del Giglio.

Barbetti ha convocatola riunione  proprio per dare la possibilità al nuovo Presidente di incontrare il territorio e si è creato da subito un clima di sintonia e collaborazione.

Sammuri ha raccontato la sua passione per la natura e la sua formazione di biologo esperto di fauna selvatica. Ha elencato le sue passate esperienze di amministratore del Comune di Roccastrada (GR), di Vice presidente della Provincia di Grosseto, e di Presidente per 12 anni del Parco regionale della Maremma. Per 18 anni dirigente dell’amministrazione provinciale di Siena e attualmente di quella di Grosseto nel settore ambiente. Ha insegnato all’Università di Siena  ed è specialista di Pubblica Amministrazione Ora è da tre anni presidente di Federparchi e il suo mandato è stato di recente riconfermato. Responsabile dello smaltimento dei rifiuti nella vicenda del naufragio della  Costa Concordia al Giglio. Non ha tralasciato le sue passioni personali, oltre alla natura, la subacquea e la maratona. Lo sport per lui è scuola di vita.

 

Sammuri, ha affermato di avere ricevuto in passato descrizioni di  una situazione molto conflittuale tra gli enti locali ed il Parco mentre ha trovato un clima del tutto normale.  Ha chiesto ai Sindaci collaborazione per quello che è un suo credo: i parchi non sono né di destra né di sinistra sono un valore universale che, come i beni culturali, devono essere l’orgoglio del nostro paese e quindi vanno tenuti fuori dalla conflittualità politica. In passato l’ambiente era un tema attribuito solo ad una certa parte politica, ora non  più . All’interno della Federazione dei Parchi Italiani ci sono Presidenti di tutti i colori politici con cui decide sempre insieme, all’unanimità, e ritiene non sia difficile trovare posizioni comuni. Dentro un Parco il 95% delle questioni da risolvere può essere slegato dalla politica: è fondamentale  il rapporto  con gli amministratori e la condivisione.

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Il nuovo Presidente del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano: Giampiero Sammuri

 

 

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Dal giorno 16 Luglio 2012  il Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano  ha il suo nuovo Presidente: il Dr. Giampiero Sammuri,  nominato con decreto (GAB-DEC/ 132 dell’ 11 luglio 2012) del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.Giampiero Sammuri, biologo di formazione, ha guidato dal 2000 ad oggi il Parco regionale della Maremma, è Dirigente del settore Ambiente  della Provincia di Grosseto, ed è stato riconfermato alla Presidenza di Federparchi a fine maggio. La sua nomina a Presidente era già stata anticipata su tutti i giornali ad aprile in occasione del Convegno organizzato dal Parco sull’Economia della Felicità. Nel suo intervento aveva confessato, pur precisando che la sua nomina non era ancora sicura, ”non vedo l’ora di cominciare”.

Mercoledi 18 luglio il Dr. Sammuri sarà all’Isola d’Elba per incontrare il personale dell’Ente e la Comunità del Parco.  Prenderà in mano le redini dell’Ente per i prossimi 5 anni. 

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