Chiesa di San Bartolomeo

Si tratta delle rovine del più piccolo edificio in stile romanico dell'Isola d’Elba ubicate nei pressi di Monte San Bartolomeo (442 m), spartiacque tra le valli di Chiessi e Pomonte.
Il luogo, da cui si gode di un panorama mozzafiato, era in diretto rapporto visivo con le vicine chiese di San Biagio e San Frediano.
"La struttura della piccola chiesa di San Bartolommeo era originariamente formata da un'unica navata rettangolare absidata, no esattamente orientata; le murature, dallo spessore di circa 65 cm, sono realizzate in blocage cementizio rivestito da filari di bozze accuratamente lavorate, come due teste d'angolo supersiti. Dell'edificio rimangono l'intera parete meridionale – che si sviluppa in altezza di 4,50 m – e avanzi della curvatura absidale, ricoperta da un sottile strato d'intonaco a calce. Il piano di calpestio absidale – su cui si erge ancora il basamento del piccolo altare – è rivestito da lastre irregolari di granodiorite ad ha una leggera pendenza in direzione dell'aula; artificio costruttivo usato per accentuare la simbolica convergenza ottica verso l'altare. Rimossa dall'originaria posizione si trova la piccola mensa dell'altare, assai rustica e dai margini arrotondati; sul lato inferiore del manufatto sono ben visibili tracce della malta di muratura. Nel fianco meridionale si trovano dodici piccole buche pontaie, alcune delle quali probabilmente usate come portalampade. Una di queste, la più vicina all'ingresso, presenta sul lato superiore una particolare scalpellatura a lunetta; tale sottolineatura è riconducibile ad una precisa volontà di evidenziare visivamente e simbolicamente l'Isola di Montecristo – perfettamente traguardabile soltanto da questa piccola apertura – sede della potente abbazia romanica cui facevano riferimento tutti gli edifici religiosi elbani. La copertura esterna era costituita dalle tipiche lastre di ardesia, osservabili in caotici ammassi ai piedi dell'edificio. Il massimo sviluppo longitudinale esterno della chiesa risulta essere di 7,85 m; da qui il calcolo che, in origine, la lunghezza complessiva doveva raggiungere i 9 m, mentre la larghezza massima esterna era pari a circa 4,70 m. La leggenda popolare narra di sepolture rinvenute nei pressi dell'edificio, che motivarono, negli anni, disastrosi scavi alla ricerca di fantomatici tesori (si credeva generalmente che i tesori fossero nascosti al di sotto degli altari o nei pressi del presbiterio) (Silvestre Ferruzzi, synoptika, 2007).
Secondo una leggenda, ai cercatori di "tesori" si spezzavano i manici dei picconi durante i lavori di scavo. Racconti popolari narrano poi del ritrovamento di una "gallina d'oro" e di sotterranei presso la chiesa.

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