Le miniere nel Parco
La storia dell’Elba e dei suoi abitanti è legata a doppio filo alle miniere di ferro, coltivate dall’antichità fino al termine del secolo scorso. L’estrazione dei minerali sull’isola sembra aver avuto inizio alcune migliaia di anni avanti Cristo ad opera degli “Ilvates”, popolazione proveniente dall’attuale Liguria da cui deriva il nome “Ilva”, antica denominazione dell’Elba. Gli Etruschi prima e i Romani poi diedero un notevole impulso all’attività di estrazione e lavorazione dei minerali ferrosi, in primo luogo dell’ematite. I Greci nominarono l’isola “Aethalia”, la fuligginosa, per il fumo che si alzava dai forni situati in prossimità del mare. Nel 1899 la svolta industriale con la nascita della Società Elba e la costruzione a Portoferraio, l’anno seguente, dei primi altiforni a carbon coke per la produzione della ghisa, cui si affiancò successivamente quella dell’acciaio. La produzione di minerale salì vertiginosamente negli anni della Prima guerra mondiale per poi subire il tracollo nel secondo conflitto mondiale in seguito all’occupazione tedesca nel 1943 e ai successivi bombardamenti alleati che danneggiarono irreparabilmente il complesso siderurgico.
Concentrati nel versante orientale dell’isola, nei territori di Rio Marina, Rio nell’Elba e Capoliveri, i cantieri estrattivi hanno proseguito la loro attività fino al 1981, anno di chiusura dell’ultima miniera, quella di Ginevro a Capoliveri.
L’inestimabile patrimonio minerale e di archeologia industriale è stato ereditato dal Parco Minerario dell’Isola d’Elba che ha sede a Rio Marina nell’ex Palazzo del Burò, nato dalla volontà di preservare e valorizzare una vasta area profondamente trasformata dall’azione dell’uomo. Il Parco, che ospita un Museo dei minerali e dell’arte mineraria oltre ad un laboratorio di educazione ambientale, offre oggi la possibilità di escursioni guidate nei cantieri a cielo aperto di Rio Marina e Rio Albano, oltre alla visita della miniera sotterranea del Ginevro. Ai minatori, gli “òmini de la vena”, è dedicata la Festa del Cavatore che si tiene ogni domenica precedente la Pentecoste a Capoliveri. Un modo per ricordare e celebrare le fatiche e i sacrifici dei “cavatori”, memoria vivente della civiltà del ferro.
Meno conosciuta ma altrettanto importante è la storia dei minatori del Giglio. Sull’isola le miniere del promontorio del Franco sono state utilizzate fin dai tempi degli Etruschi e dei Romani, anche se l’attività estrattiva del ferro divenne un’importante risorsa economica soprattutto all’inizio del XX secolo, quando venne aperta la miniera del Campese dove si estraeva la pirite, minerale importante per il ferro ma anche per il contenuto di zolfo. L’estrazione durò dal 1938 al 1962. Il minerale veniva caricato sulle navi per mezzo di teleferiche i cui piloni sono ancora visibili sulla costa sud dell’isola. Il materiale veniva quindi trasportato a Santo Stefano e da qui alle industrie per la produzione di acido solforico. Nella zona del Franco si estraeva anche l’alunite, destinata all’impiego nell’industria farmaceutica, nella produzione del vetro e nella lavorazione del cuoio e della lana.
Parco Minerario dell'Isola d'Elba