Piante della costa
Rispetto alle altre Aree Protette presenti in Italia, il Parco Nazionale Arcipelago Toscano, con le sue 7 isole, è uno tra quelli con maggiore sviluppo costiero e quindi della vegetazione tipica delle zone di transizione tra terra e mare. Le piante che vi si trovano devono sopravvivere in condizioni ambientali estreme adattandosi ad alte concentrazioni saline (piante alofite), a siccità, calore e aridità (piante xerofite), a vivere nelle dentro le spaccature delle rocce, con radici che corrono nelle fessure in cerca di appigli, nutrimento ed umidità (piante casmofite), ai forti venti mantenendo i fusti bassi, prostrati lungo le rocce oppure assumendo la forma di piccoli cuscini compatti (piante camefite). Gli ambienti che si ritrovano sulle coste dell'Arcipelago Toscano si possono suddividere in 3 tipologie: spiagge e dune sabbiose, coste rocciose e zone umide costiere.I litorali dell'Arcipelago sono prevalentemente rocciosi. Ci sono coste alte ed impervie con falesie che si gettano in mare con salti di decine di metri, faraglioni, archi costieri, pendici detritiche pietrose o pendii meno aspri che digradano più dolcemente a mare con ampie spianate. La differenziazione è correlata in genere alla varietà geologica. Ci sono i lisci e resistenti graniti dell'Elba, del Giglio, di Montecristo, le rocce vulcaniche di Capraia, dove si incontrano lave più compatte insieme alle stratificazioni di pomici e lapilli. C'è una serie di rocce sedimentarie carbonatiche come i calcari organogeni e le calcareniti più tenere, tipiche di Pianosa, ricche di asperità e di anfratti, i calcari più resistenti, ma altrettanto irregolari di Giannutri o del Giglio, e quelli ancora più massicci dell'Elba; si aggiunge al multiforme quadro un'altra grande varietà di rocce sedimentarie e metamorfiche dell'Elba e di Gorgona. Tra le piante adattate alle coste rocciose nell'Arcipelago Toscano possiamo osservare: il profumato Elicriso che tappezza con i suoi fiori gialli interi versanti, la rara e inaspettata Palma nana a Capraia e all'Elba, i ginepri fenicio ed il più raro coccolone, le distese spettacolari di Euforbia arborea di Giannutri, i fiori violacei dell'endemica Linaiola di Capraia e degli arbustini dell'Erba dei frati ed il delicato limonium che si differenzia a seconda del luogo dove si sviluppa. A causa dell'impatto delle attività turistiche nell'Arcipelago Toscano sono più rare le piante tipiche delle spiagge e dune sabbiose. Tra le specie più significative di questi ambienti c'è il Giglio Marino. Anche le zone umide costiere sono ridotte. La più significativa tra quelle inserite nel Parco Nazionale è l'area umida di Mola. Sia a Mola che a Lacona, al fine valorizzare questi ambienti residuali di notevole interesse naturalistico, il Parco ha recuperato edifici preesistenti attrezzandoli per attività di educazione ambientale. Si tratta del CEA di Lacona, dove peraltro, l'area dunale è stata acquistata dal Parco e dell'aula Verde e blu di Mola gestita da Legambiente Arcipelago Toscano. Al fine di aiutare gli appassionati di natura al riconoscimento delle diverse specie di piante presenti sulla costa il Parco Nazionale ha realizzato, nell’ambito della collana “I quaderni del parco”, la pubblicazione “Piante della costa dell'Arcipelago Toscano”.