Falco pescatore

Falco pescatore Foto G. Grilli

Il Falco Pescatore (Pandion haliaetus) Rapace di dimensioni medio grandi, con ali molto lunghe, strette e alquanto appuntite. La coda in proporzione è corta e conferisce all’intera silhouette una certa somiglianza con quella del gabbiano reale. Le parti inferiori sono in gran parte bianche, ad eccezione di un indistinto collarino scuro, di una banda nera più o meno continua sul sotto ala e delle barrature di ali e coda. Superiormente è marrone screziato, ma in genere piuttosto uniforme, con la sola coda chiara barrata. Disegno del capo caratteristico, con gola candida, vertice molto chiaro e una fascia scura che dal becco, passando attraverso l’occhio e il collo, si unisce alle parti scure delle spalle. Insieme al Falco Pellegrino è tra le poche specie cosmopolite (presente cioè nella maggior parte delle regioni della Terra, segno di grande adattabilità e di successo evolutivo. Preda esclusivamente pesci. La sua presenza, pertanto, è strettamente legata agli ambienti marini, fluviali e lacustri con scarso o assente disturbo antropico, fatta eccezione durante la migrazione. Vola a lungo ispezionando la superficie dell’acqua e utilizza spesso la tecnica dello spirito santo. Cattura le sue prede lanciandosi in brevi picchiate con le zampe protese in avanti. Dopo ogni tuffo libera il piumaggio dall’acqua in eccesso con una caratteristica scrollata. Generalmente solitario, o in coppia, anche in migrazione è difficile osservare aggregazioni di più di due soggetti. Si può più facilmente avvistare nell'Arcipelago Toscano durante le migrazioni, da marzo a maggio e da settembre a ottobre. Si incontra praticamente ovunque ma in particolare nell’Elba orientale, a Capraia e nelle isole meno antropizzate come Gorgona, Pianosa e Montecristo dove sverna irregolarmente. A Capraia, da alcuni anni, una coppia è presente durante tutto l’arco dell’anno. Soggetti in dispersione inoltre possono capitare in tutte le stagioni. Esemplari di questa specie svernano anche all’Isola d’Elba. Nel corso dei campi di avvistamento rapaci realizzati da anni nelle isole si osservano Falchi Pescatori probabilmente diretti a svernare in Corsica e Sardegna e in transito verso l’Africa. Con 17 individui l’anno osservati in media, l’Isola d’Elba rappresenta senz’altro uno dei luoghi migliori in Italia per osservare questo rapace durante la migrazione post-riproduttiva. Con meno di un centinaio di coppie nidificanti distribuite tra la Corsica, isole Baleari, Algeria e Marocco, la popolazione mediterranea di falco pescatore costituisce un’entità vulnerabile sotto il profilo conservazionistico. In Italia la scomparsa di questa specie si fa risalire tra gli anni ’50 e ’60, probabilmente per la persecuzione esercitata dall’uomo. In Toscana l’ultima nidificazione documentata risaliva addirittura al 1929 sull’isola di Montecristo. Anche in Corsica il falco pescatore ha rischiato di seguire lo stesso destino, nel 1974 ne restavano infatti solo 4 coppie. Fortunatamente, l’adozione tempestiva e prolungata di efficaci strumenti di conservazione e controllo del territorio ha portato ad un recupero straordinario della specie. Attualmente la popolazione mediterranea è stimata in circa 80-90 coppie riproduttive, localizzate per lo più in Corsica, Isole Baleari, Algeria, Marocco. Proprio in Corsica, nella Riserva Naturale della Scandola, sono state messe a punto azioni per la tutela della specie, con la costruzione di grossi nidi artificiali che facilitano il processo di colonizzazione di nuove aree per arrivare fino alla trentina di coppie attualmente nidificanti. Il ritorno di questa specie è di fondamentale importanza per la ricostituzione della complessa piramide alimentare che caratterizza gli ecosistemi acquatici, di cui il falco pescatore rappresenta il vertice. Il successo dell’operazione condotta dal Parco regionale della Corsica ha creato le condizioni perché si potesse realizzare un progetto di conservazione coordinato, che interessasse anche le coste italiane. Partendo da queste riflessioni, nel 2002, prese il via il progetto di ricostituzione di una popolazione nidificante di falco pescatore nel Parco della Maremma. Nel 2006 ha avuto inizio la seconda fase del progetto, con le prime traslocazioni di giovani individui prelevati dai nidi in Corsica a 5-6 settimane d’età. Nel 2011 una coppia di falco pescatore ha nuovamente nidificato sul suolo italiano. Lo ha fatto nel Parco della Maremma, vicino alla foce del fiume Ombrone, in un’area palustre. Al progetto ha in seguito partecipato anche il Parco Nazionale mediante il posizionamento di nidi artificiali sulle isole. Nel 2021, a oltre 90 anni dall'ultima nidificazione accertata nell'Arcipelago Toscano, in uno di questi nidi una coppia ha deposto 3 uova, che purtroppo non si sono schiuse, ma fanno ben sperare per future nidificazioni sulle isole.

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