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Rospo comune

Rospo comune Foto Leonardo Forbicioni

Il rospo comune (Bufo bufo) è un anfibio anuro ampiamente diffuso in tutta l’Italia continentale e peninsulare, in Sicilia e, nell’Arcipelago Toscano, all’Isola d’Elba. È una specie ad ampia valenza ecologica, in grado di tollerare una grande varietà di habitat, anche fortemente antropizzati. Tende comunque a predominare in ambiti forestali. Si ritrova dal livello del mare fino ad oltre 2000 m di altitudine. Gli adulti di lunghezza fino a circa 15 cm, hanno un grosso capo appiattito. La colorazione dorsale tende al marrone e all’ocra, con macchiatura bruno-nerastra. Il ventre è solitamente di colore chiaro uniforme. Gli occhi hanno iride giallo scuro o arancio e la pupilla è ellittica, allungata orizzontalmente. Il dimorfismo sessuale è piuttosto marcato: i maschi sono tendenzialmente più piccoli delle femmine, con gli avambracci anteriori decisamente più robusti. Durante il periodo riproduttivo, inoltre, sulle prime tre dita dell’arto anteriore dei maschi compaiono tubercoli di colore scuro detti callosità nuziali, utilizzati per trattenere la femmina durante l’accoppiamento. Le larve hanno corpo tondeggiante, completamente nero o marrone scuro e l’estremità della membrana caudale arrotondata. Il rospo comune è una specie ad attività principalmente notturna. Alle quote meno elevate è attivo quasi tutto l’anno. Nei periodi più freddi e durante il resto dell’anno, come rifugi diurni utilizza ripari di vario tipo, da cavità nel terreno, a tronchi, cavità nella roccia, manufatti umani. I girini sono prevalentemente erbivori (anche se non mancano casi di cannibalismo e di necrofagia), mentre dopo la metamorfosi gli adulti adottano una dieta completamente carnivora, cibandosi quasi esclusivamente di piccoli artropodi. Durante la stagione riproduttiva, da Febbraio-Marzo, gli animali migrano in massa dai rifugi invernali verso i siti di deposizione; questi sono solitamente pozze, bordi di laghi, fossi, aree riparate e calme lungo il corso dei torrenti, ma anche raccolte d’acqua di origine artificiale quali le vasche antincendio. I maschi arrivano per primi a tali siti, e cominciano a cantare per attrarre le femmine. Il canto è prodotto grazie al rigonfiamento di un’unica sacca posta a livello della gola. L’amplesso è ascellare (il maschio trattiene la femmina cingendola con gli arti anteriori a livello delle ascelle) e la femmina depone in acqua cordoni gelatinosi che contengono fino a 6000 uova disposte su due lunghe file.

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